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Odo
Semellini, Fumetteria dello spazio, Unicopli Edizioni, euro 10,33
A forza di sgomitare, magari senza applausi a scena aperta, il cinema
di SF il suo spazio se l’è ritagliato, nonostante le proteste
in cui incappò negli anni ’60 il serafico Claudio
G. Fava (chi non lo ricorda alzi la mano!) cercando di presentare in tivù
un pugno di pellicole fantascientifiche. I suoi riconoscimenti se li è
guadagnati sul campo anche la letteratura di genere, magari a denti stretti.
L’unico a rimanere a bocca asciutta è stato il fumetto, “che
pure è mezzo espressivo più duttile del cinema e spesso
e volentieri dà dei punti a entrambi (cinema e letteratura, ndr)”.
Considerazioni importanti, quelle di Valerio
Evangelisti, il papà del fortunato Eymerich di carta,
apposte in apertura del pocket Fumetteria dello Spazio. Quarto
capitolo della serie (dopo Disturbo se fumetto?, Le strisce
dei lager e Fumette, tutti editi da Unicopli), il piccolo libro
di Odo Semellini è uno spaccato sulla fantascienza a fumetti. Operatore
culturale di Carpi, già autore di libretti “didattici”,
utili percorsi di lettura specie bonelliani, Semellini si dedica alla
SF per fare il punto di quanto accaduto sino ad oggi. Ci riesce bene quando
tratta la nascita e lo sviluppo del genere fino a gettare lo sguardo sull’attualità
senza limiti geografici. Peccato per l’esiguità delle segnalazioni
dagli occhi a mandorla e soprattutto l’assoluta mancanza della fantascienza
disneyana (e più in generale dello humor sulle stelle). Il paragrafo
sulle edizioni italiane in cui leggere le saghe dei vari Valerian, Barbarella,
Robin delle Stelle è assolutamente meritorio. La copertina è
un “classico” di Nathan Never, cioè un “classico”
della fantascienza a fumetti italiana.
Fabio Gadducci/Mirko Tavosanis, Casa Disney. Autori
e diritto d'autore. Punto Zero, pp. 96, L. 14.000, libreria
Prima il saggio di Michele Ginevra (Schizzo idee n. 8) circa "La
proprietà delle tavole originali: i casi De Luca e Scarpa",
poi questo Casa Disney. Autori e diritto d'autore: anche la saggistica
comincia ad esplorare quella zona ancora troppo poco conosciuta dell'universo
a fumetti?
Nel pocket edito dalla Punto Zero (collana Punto Spot, oggi chiusa per
la defezione improvvisa della sigla editoriale!), Fabio Gadducci e Mirko
Tavosanis offrono una sintetica ma preziosa bussola con la quale orientarsi
circa la questione della proprietà intellettuale nel pianeta Disney.
Una sigla che dal suo esordio sulla carta stampata (1923, dietro precisa
richiesta del King Feature Syndicate, all'epoca il più potente
distributore di fumetti per i giornali americani) ad oggi ha visto al
lavoro parecchie centinaia di autori, spesso sconosciuti al pubblico semplicemente
perché mai citati nei credits. Il caso di Carl Barks, recentemente
scomparso, è forse il più eclatante. La sconfitta del fumetto
anonimo non è però sufficiente perché i comics possano
cantare vittoria. E' necessario, infatti, che gli autori possano ritornare
in possesso dei propri originali e in ultima analisi vengano trattati
come tali. Gadducci e Tavosanis restringendo il campo della loro indagine
al "marchio" Disney, ci mostrano l'impegno del colosso americano
per difendere a denti stretti i diritti dei propri personaggi, il copyright
e il fair use, l'uso lecito, come può esserlo per fini giornalistici
o come citazione in indagini scientifiche. Accanto alle problematiche
generali legate al diritto d'autore, gli autori propongono una carrellata
di contenziosi, più o meno noti, e una serie di veloci interviste
ad alcuni autori fondamentali: Luciano Bottaro, Don Rosa e Marco Rota.
Chiude il volumetto l'invocazione di Gianfranco Goria, sceneggiatore disneyano
ma soprattutto presidente dell'Anonima Fumetti che, in questa veste, si
batte per la dignità professionale dei fumettari: "Una legislazione
per il fumetto".
Lorenzo
Mattotti, Segni e colori. A cura di Gianni Miriantini e Giovanna
Duri. Hazard Edizioni, pp. 104, colori, L. 48.000
Milano, Brescia, il Cartoon Club di Rimini e ancora Milano. Per la
multiforme arte grafica di Lorenzo Mattotti, questo 2000 ha davvero rappresentato
un Giubileo. Non che ne l'Autore ne avesse particolarmente bisogno: Mattotti
è tra i più conosciuti e apprezzati autori italiani. Come
giustamente è stato scritto, solo Hugo Pratt e Milo Manara hanno
conosciuto tanta popolarità all'estero. Pittura e illustrazione,
animazione e fumetto, persino la moda: il 46 enne Autore cavalca l'arte
grafica con grande versalità. Di più, è continuamente
capace di esprimersi regalando al pubblico senso ed emozione.
L'elegante catalogo edito da Hazard ci propone una visione d'insieme della
versatilità mattottiana, artista in senso totale, capace di impennate
di colore e forme morbide, volumi tridimensionali e improbabili prospettive
che si stemperano nel continuo rincorrersi di matite e pastelli.
Dall'iniziale influenza della coppia argentina Munoz e Sampayo (Incidenti)
alle stravaganti geometrie Valvoliniche (Il Signor Spartaco e Doctor Nefasto)
fino ad arrivare alle copertine di Venti4uattro e allo straordinario manifesto
realizzato per "Noir in festival di Courmayer" (1996): Segni
e Colori è un viaggio nelle potenzialità mattottiane. Un
piacere che non è solo appannaggio della vista. Come sottolineava
Ketty Parente, "quello di Mattotti è il destino di chi ha
nel sangue inchiostri colorati, nell'anima un vorticare di immagini che
riesce a estrapolare e a oggettivare nei suoi lavori con chiara nitidezza,
pur lasciando loro una natura metafisica e metaforica, tale da rendere
le sue narrazioni di immagini leggibili a prescindere dai contesti letterari
in cui sono inserite". Un consiglio: alternate la lettura di Segni
e Colori a Stigmate. Gli inchiostri colorati e il segno graffiato; la
parabola cromatica e la redenzione in bianco e nero.
Paolo Guiducci
2002 - per gentile concessione dell'autore
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